Bastava un singolo istante
un battere di rovinose ciglia
uno spiumare d'ali storte
e la lieve frattura
già s'era insinuata
sotto l'epiglottide
fra la calma del mio torace
che ora precipita in tensione,
trema, tossisce, sputacchia
un mare di ricino.
E mentreintanto lei mi consolava
baciando i gemiti
io invece, scafandro senziente,
ero già nell'abisso cupo
e il casco m'aprivo, spalancato
all'oceano nero e immenso, grazie.
Grazie.

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