Col furore delle dita
cercavamo di fermare
la pioggia e la nebbia,
con il naso al freddo
senza paura del freddo,
torturati dai fiori
senza paura dei fiori e il gelo,
il rosario la rivolta del cielo,
l'ossario il rudere il rottame
il bianco nelle calde pareti polmonari,
i nasi sempre al vento,
e più in basso
lungo il meridiano spinale,
al centro del petto,
un ammasso carnoso
sorprendentemente vivo.
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